Insalata pantesca. Ma al forno.
A metà tra una caponata e una ratatouille. Ma assemblata a freddo.
Pazzesca, piuttosto.
Patate, olive e pomodorini rossi e gialli. Ma senza cipolla.
Ispirata dal sole d’estate e dalla bontà dei cucunci di @conservecampisi e del sale marino di Sicilia.
Condita e poi mescolata. Più volte e lentamente.
E ad ogni giro l’ho sentito il profumo del taganeddru di verdure di mia nonna. Così lo chiamava lei, che le cuocevaintere e con la buccia, dentro un tegame d’alluminio e con i manici, nel forno a legna con la brace rimasta dopo aversfornato il pane. Poi fredde le spellava una ad una, e a tocchi grossi le sistemava per tipo, in un piatto grande un po’ fondo e un po’ no. Olio, aceto, sale e foglie di basilico a cascata. Ma ci voleva il riposo.
Di storie d’amore in una cucina di campagna, di sicilianitudine e di futuristiche #pokebowl.
INGREDIENTI
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