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Cubbaita

‘A Cubbaita, delizia croccante dell’antica tradizione dolciaria siciliana, di origine mediorientale e tramandata dai dominatori saraceni, per i quali, infatti, il mandorlato è qubbiat.

In Sicilia ne esistono diverse versioni, tutte a base di zucchero e/o miele, con mandorle o sesamo, con aggiunta di zeste d’arancia o limone, o con pistacchi.

Per tutti è un dolce tipico del periodo natalizio, da sgranocchiare durante le serate in famiglia o tra amici mentre si gioca a carte o si chiacchiera davanti a un buon bicchiere di passito.

E’ tradizione anche trovarlo sulle bancarelle delle liccumarie allestite durante le feste di paese, dove “maestri artigiani del torrone” lo preparano in diretta, in uno sorta di show cooking, con grande perizia e dimestichezza per me ipnotica. Il suo profumo è inconfondibile e l’intensità della sua scia ti inebria e ti guida alla sua scoperta!

Nella mia famiglia, invece, per tradizione, la cubbaita si preparava d’estate, in campagna, per il pranzo di ferragosto o qualche giorno dopo in occasione delle festa del Santo.

Mangiare la cubbaita era una festa anche quando era bambina la mia mamma, ma lei la cubbaita andava a comprarla alla putia, dove la avvolgevano in un grande foglio di carta oleata, da cui il famoso detto siciliano scrusciu di carta assa’ e cubbaita nenti, cioè molto rumore di carta e poco dolce, e invece ne avrebbe voluto molto di più!

Se ci riuscite, trovatemi un siciliano che non ami la cubbaita! E’ quasi impossibile…è un dolce godurioso, da meditazione…“la cubaita ti obbliga a una sua particolare concezione del tempo, ha bisogno dei tempi lunghi del viaggio per mare o per treno, non si concilia con l’aereo, con la fretta… a fatica riesci coi denti a staccarne un pezzetto e non lo devi aggredire subito, lo devi lasciare ad ammorbidirsi un pochino tra lingua e palato, devi quasi persuaderlo con amorevolezza ad es­sere mangiato” (A.Camilleri)

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