E con questa appena conclusa sono già sette le edizioni del Taormina Gourmet, l’imperdibile evento firmato Cronache di Gusto che ogni anno, alla fine di ottobre, trasforma la splendida città di Taormina nella capitale del food&beverage e che quest’anno ha fatto registrare oltre 2000 presenze.
Parola d’ordine di questa ricca edizione è stata rispetto, attorno alla quale è ruotato tutto lo spirito dell’evento e, all’insegna di questo, tutti gli chef hanno raccontato la loro cucina.
A cominciare dagli Spaghettini, acqua di pasta fermentata e miso di ceci dello Chef Ambrosino, che sul rispetto ha ideato e costruito la cucina del suo “28 posti” di Milano. Con questo piatto prezioso e attento si è dato avvio alla sessione tasting della manifestazione. Una ricetta che ci invita a rallentare e a godere dell’attesa, un piatto fatto di ingredienti semplici e che necessita di grande dedizione nella preparazione, non per le materie prime utilizzate, quanto piuttosto per il tempo da dedicare alla sua preparazione.
Era proprio questa l’aria che si respirava nelle sale e sulle terrazze dello splendido Hotel Villa Diodoro, un’atmosfera pacatamente slow scaldata da un tiepido sole autunnale. In questo clima di pace, tra i profumi di zagara e sotto un meraviglioso cielo azzurro tutti i cooking show, ben 30 in tre giorni, sono stati goduti a pieno sia dagli chef che dagli ospiti che hanno avuto il tempo giusto, gli uni di preparare con attenzione e cura i piatti proposti, gli altri di assaporare senza fretta.
Stessa atmosfera durante le varie masterclass, dove birre di qualità e vini pregiati sono stati sapientemente raccontati, nei profumi e nei sapori, e degustati.
Fra queste, la sensazionale esperienza gustativa con la linea performance di calici RIEDEL per capire che “il contenitore è importante quanto il contenuto”. Anche qui rispetto, dato che questi calici innovativi, grazie “all’incremento della superficie interna in un effetto ottico davvero unico, influenzano positivamente la percezione del bouquet e dell’aroma esaltando la personalità del vino che viene trasmessa ai sensi in un quadro organolettico perfetto”. Anche qui l’importanza dell’attesa con tre generazioni di ricerca, di sviluppo ed esperienza, per avere un risultato di eccellenza. Per Stefano Canello, uomo di punta dell’azienda, degustare un vino con un calice varietale performance “è come mettere il turbo… (ad un buon vino) così come ascoltare la nostra canzone preferita in un impianto di qualità”.
Un posto di rilievo e un grande successo, quest’anno, anche per le birre artigianali nazionali. Ben oltre 120 etichette e una trentina di birrifici hanno accompagnato le straordinarie pizze gourmet al padellino proposte duranti gli show cooking dei maestri pizzaioli. Birre di altissima qualità in abbinamento con prodotti di eccellenza.
A partire dalla pizza di Dario Genova di Ozio Gastronomico, un impasto di segale e farina siciliana, profumato e ricco di sapore che ha accolto una tartare di bovino aromatizzata con una senape al miele e un battuto di capperi, scaglie di Crutin al tartufo Beppino Occelli.
E poi, ancora, in un padellino dal sapore siciliano, il Ricordo di una Norma di Salvatore Marino della pizzeria Datterino di Messina.
Una pizza di Transizione, invece, quella di Karim Yacoubi della pizzeria Squib di Catania, con gambero blu della Nuova Caledonia, castagne, spuma di bufala, corallo di menta e sentori di agrumi.
Un Autunno tirolese con profumi di bosco e di montagna per la pizza gourmet di Friedrich Schmuck della pizzeria Piano B di Siracusa, una pizza al padellino con impasto speziato al cumino, semi di finocchio e coriandolo ai sentori di segale, porcini e castagne su una crema di patate e formaggio d’alpeggio.
Giancarlo La Manna, della pizzeria Guido di Palermo, con il suo Sfincione 2.0 ha proposto una rivisitazione del famoso street food palermitano: cipolla in agrodolce, crema di pecorino siciliano, alici di Cetara, mollica atturrata e pomodorino giallo.
Un’elegante cloche ha svelato, poi, la pizza Funnaco affumicata al legno di ulivo e con caviale di olio d’oliva di Roberto Spinelli della pizzeria Funnaco di Palermo.
Non poteva mancare, in questa atmosfera, il re della pasticceria siciliana: il Cannolo. Non un cannolo qualsiasi, ma quello più buono del mondo, preparato con grande maestria dallo Chef Antonio Cicero del ristorante Il Consiglio di Sicilia di Donnalucata. La sua ricetta (segreta) della nonna ha conquistato tutti i commensali, anche per la sua semplicità: una cialda leggera, dorata e friabile ripiena di sola ricotta in purezza, senza canditi e cioccolato.
Ad accompagnare un monorigine Pacamara, un caffè filtro dell’azienda Moak, come invito a ritrovare il tempo giusto da dedicare al rito del caffè.
Rispetto per le materie prime, ancora una volta, nel piatto dello Chef stellato Vinod Sookar del ristorante pugliese Al Fornello da Ricci di Ceglie Messapica. A dimostrazione che in cucina non si butta via nulla, lo chef ha presentato delle Sfere di patate ripiene di ricotta su crema di cime di rapa, polvere di buccia di cipolla e chips di buccia di patate.
Fra gli ospiti del Taormina Gourmet 2019, oltre 160 fra le migliori cantine italiane per il maxi banco di assaggio, numerose aziende agroalimentari con prodotti d’eccellenza come farine, formaggi, acciughe, pasta, pane, olio e conserve e 70 giornalisti presenti per raccontare con professionalità e passione le diverse sfumature di questa straordinaria kermesse.
Rimane sempre un po’ di vuoto quando qualcosa di bello finisce e si conclude e resta anche un po’ di nostalgia nel ricordare.